A costo di sembrare noiosa, vorrei riportare le ultime righe di questo libro, che mi ha lasciato una sensazione straordinaria di come sia possibile, nel tempo, riuscire a far vedere certi fatti storici cosi lontani, eppure senza rendercene conto, essere come non mai così vicini ed attuali.
Questo è quello che sta accadendo oggi:
”Il convoglio si mise in moto. Era scortato da poliziotti motociclisti muniti di casco. Seguì la strada che si prende oggi per andare all’aeroporto di Roissy. Sono trascorsi più di cinqunt’anni.
Hanno costruito un’autostrada, raso al suole delle villette, sconvolto il paesaggio di quella periferia nordorientale, per renderla, come l’ex isolotto 16, il più grigia e neutra possibile………………………..
ignorerò per sempre come passava le giornate Dora, dove si nascondeva, in compagnia di chi si trovava durante l’inverno della sua prima fuga e nelle poche settimane di quella primavera in cui scappo di nuovo.
E’ il suo segreto. Povero e prezioso segreto che i carnefici, le ordinanze, le autorità cosiddette d’occupazione, Il Deposito, le caserme, i campi, la Storia, il tempo – tutto ciò che insozza e distrugge – non sono riusciti a rubare!!“
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